I finanziamenti Ue dovranno essere in buona parte investiti in infrastrutture. Per il Sud si tratta di un'occasione storica. Se reclamerà la realizzazione di infrastrutture digitali potrà colmare il ritardo col Nord e incomincerà una nuova era non solo per il Meridione ma per l'intero Paese. Non ha dubbi Rosario Pingaro, fondatore (nel 2005) e amministratore delegato di Covergenze, sede in provincia di Salerno, che ha già sfidato l'arretratezza informatica di una porzione di territorio, il Cilento fornendo la connessione a 200 mila utenti, Col tempo, la società si è allargata e ora sta investendo anche in Toscana e Trentino. Ha superato i 3 milioni di clienti e i 2.200 chilometri di fibra ottica. Dice: «Pensiamo a una località collinare o di montagna: l'isolamento può essere superato grazie ad una buona connettività, che elimina tutti i confini spazio-temporali. Mi sono impegnato a colmare il digital divide nel mio territorio, il Cilento. Sono partito dall'infrastruttura wireless, che sopperiva alle mancanze dei grandi nomi delle Tlc. Adesso il territorio è cablato in fibra ottica proprietaria, un' infrastruttura che consente al Cilento di essere alla pari delle grandi metropoli». Ma Pingaro ha deciso di aprire un altro fronte: quello dello sviluppo green post-coronavirus e incomincerà a ricoprire di colonnine per la ricarica delle auto elettriche il Parco nazionale del Cilento. Aggiunge: «Sarà fondamentale dopo questa emergenza incentivare anche la mobilità sostenibile e quindi vanno create infrastrutture che possano fare la differenza. Si parla sempre più spesso di turismo eco sostenibile, legato alla mobilità elettrica, come opportunità di sviluppo. Viaggiare e visitare luoghi poco conosciuti, facendo attenzione all'ambiente in cui si configurano, è la nuova frontiera del turismo». Un imprenditore del Sud si fa avanti. Altri sono pronti a seguirlo. Sarà la volta buona?